Consulenza del Dottor Avoni ad un collega
Caro Luca, con la presente ti allego le immagini topografiche del paziente [...] per sapere cosa pensi di un eventuale trattamento di cross-linking. Il cheratocono è stato appena diagnosticato e non c'é storia di evoluzione topografica, la cornea è assolutamente trasparente e il visus a Dx è di 10/10 sc. e a Sx di 10/10. Ringraziandoti per la disponibilità, ti saluto con affetto.
Risposta del Dottor Luca Avoni
Caro [...], ho visionato la topografia e la pachimetria del Sig. [...] e insieme alle informazioni aggiuntive sul visus e sulle caratteristiche della cornea la documentazione appare completa e ci permette di fare un inquadramento clinico.
Innanzitutto dalla topografia si evidenzia la presenza di un cheratocono bilaterale più avanzato nell'occhio destro caratteristica della patologia che è bilaterale e asimmetrica. Cercherò di fare un discorso generico per poi entrare nei particolari in oggetto al fine di fornire più informazioni possibili per prendere una decisione condivisa.
In presenza di un cheratocono abbiamo essenzialmente due problematiche: arrestare l'eventuale evoluzione e far vedere il paziente. Per far vedere il paziente dipende ovviamente dallo stadio della patologia all'inizio si può vedere senza correzione poi venendo avanti si deve ricorrere prima all'utilizzo di occhiali poi di lenti a contatto infine in forme molto avanzate o intolleranti alla lente a contatto esiste la possibilità di una chirurgia con tecniche di cheratoplastica generalmente lamellari anteriori ma a volte anche perforanti.
In questo caso il problema visivo non c'è in quanto il visus è ancora 10/10 se leggo bene senza correzione.
Concentriamoci quindi sull'aspetto evolutivo, da circa 10 anni esiste una metodica, il cross linking, in grado di arrestare l'evoluzione del cheratocono. Sono già usciti in letteratura studi internazionali con 10 anni di follow up a supporto di ciò (ne ho riportato alcuni sul mio sito). in più la mia esperienza personale dal 2005 (di centinaia di casi) con tutti i limiti di un'esperienza personale è assolutamente positiva, non ne ho mai trapiantato nessuno dei pazienti trattati. Il cross linking è quindi una metodica efficace.
Ovviamente come in tutte le metodiche chirurgiche vanno menzionati anche eventuali rischi come ad esempio possibili infezioni (comuni a tutta la chirurgia), possibilità di leucomi (cicatrici) corneali (ne ho riportato un caso sul sito che mi avevano inviato dopo cross linking e che ho trattato col laser ed ora è ok) e in un paio di casi ho riscontrato io e altri colleghi cataratta (stiamo valutando se pubblicarlo come case report), la cornea può poi avere difetti di riepitelizzazione e il paziente può riferire di vedere annebbiato per vari mesi e a volte si può ottenere un visus inferiore al pre operatorio.
Si deve pertanto ragionare sempre nell'ottica rischio-beneficio e quindi quando vi sono le indicazioni lo si effettua tranquillamente (ne facciamo tanti tutte le settimane). In caso di pazienti molto giovani vi sono varie linee di pensiero essenzialmente alcuni visto la giovane età e l'elevato rischio evolutivo li trattano subito senza attendere, altri documentano con topografie e pachimetrie in tempi diversi (semestrali) l'evoluzione e quindi effettuano il trattamento.
Ovviamente il cross linking è teso a stabilizzare il cheratocono nello stadio in cui è, quindi se è avanzato il paziente resterà in questo stadio avanzato viceversa se iniziale. In questo caso abbiamo tutte le indicazioni: età, trasparenza, spessore e sul quarto parametro l'evolutività vale il discorso appena effettuato. La cosa ideale a mio avviso è che a questo punto il paziente valuti le informazioni contenute in questa mail e se ha piacere ci possiamo sentire telefonicamente per prendere insieme la decisione più opportuna. Ciao. Grazie.