Salve, nel 1983 ho scoperto di avere
cheratocono al terzo stadio occhio sinistro, mi sono sottoposto al
trapianto, è andato bene per circa vent'anni poi è iniziato il
rigetto, sono andato a visita e dopo un anno di terapia mi sono sottoposto nuovamente al trapianto nel 2009. Da circa sei mesi è in atto un sintomo di rigetto. Il mio oculista mi ha prescritto questa terapia: NetilDex (2 gocce la mattina), Fluaton (2 gocce alle 12.00 e 2 la sera), Optive fusion (3 volte al giorno). La situazione al momento è stabile, non peggiora e non migliora. Lei che ne pensa? Aspetto sue notizie, la ringrazio in anticipo.
Risposta del Dottor Luca Avoni
Gentile Signore, il rigetto dopo trapianto di cornea (cheratoplastica) perforante può insorgere con percentuali diverse a seconda della malattia di base che ha portato al trapianto (cheratocono, leucomi corneali …). Una volta che si è avuto il primo rigetto i trapianti successivi sono gravati da un rischio statisticamente maggiore di rigetto.
Il rigetto più importante è quello endoteliale che riguarda lo strato più interno della cornea e che può portare ad una riduzione o perdita della sua funzionalità rendendo necessario un ulteriore trapianto. Se si interviene tempestivamente esiste la possibilità di una terapia medica per il rigetto. Qualora si renda necessario un nuovo trapianto e le condizioni del trapianto precedente siano buone in termini di astigmatismo e caratteristiche tissutali si può effettuare solo la sostituzione della parte interna danneggiata con una DSAEK, in caso contrario si procede con una nuova cheratoplastica perforante.
Non posso entrare nel merito della terapia e della sua situazione clinica perché non è possibile senza una valutazione tramite visita oculistica e perché il sito non può sostituire al rapporto medico paziente. Un consiglio che si può dare in generale ad un paziente oculistico è che fino a quando la vista è sufficiente per le proprie necessità di vita (lavoro, scuola, patente di guida, deambulazione…) e non ci sono rischi di progressione della propria malattia, si può aspettare e tenere controllato. In caso contrario si deve cercare una strada per migliorare qualora sia possibile. Cordiali Saluti.