L'occhio secco con la sua sintomatologia rappresenta una delle condizioni più frequenti riferite dai pazienti all'oculista è necessario un corretto inquadramento per un'opportuna gestione. Il Dottor Avoni inizierà una ricerca tesa alla valutazione dell'occhio secco (dry eye) secondo il disegno di ricerca disponibile di seguito.
Dott. Luca Avoni, medico oculista - Dott. Pietro Gheller, optometrista contattologo
ABSTRACT
Proposta: Lo studio sull’osmolarità è stato definito l’esame oggi più preciso per evidenziare l’inizio dell’occhio secco marginale. Il nostro obiettivo è quello di provare ad osservare e relazionare l’esame di osmolarità con uno dei maggiori questionario validati sulla sintomatologia di occhio secco.
INTRODUZIONE
L’abbandono dell’uso delle lenti a contatto da parte dei portatori è sicuramente “un’emorragia” di dimensioni rilevanti nel mercato contattologico. La consapevolezza del fenomeno è cresciuta solo negli ultimi anni 1-2 anche perché il flusso in crescita ( ovvero il drop out ) viene nascosto dalle nuove applicazioni che mantengono pressoché fermo il numero totale di portatori di lenti a contatto nel mondo ( l’entità del fenomeno oscilla comunque a seconda del paese considerato ).
Diversi studi hanno analizzato le cause dell’abbandono delle lenti a contatto da parte dei portatori 3 evidenziando che il motivo più importante è la perdita di confort. Altri motivi sembrano essere la secchezza oculare (DRY EYE), le problematiche gestionali, la scarsa visione per lontano e/o vicino, l’arrossamento oculare e i costi. Diversi fattori possono inoltre intervenire negativamente, concorrendo a determinare il fenomeno del drop out. Comprendere le cause e i fattori d’influenza alla base dell’abbandono delle lenti a contatto è una sfida che impegna clinici e ricercatori nel tentativo di arginare il fenomeno.
Il dry eye ( in italiano occhio secco ) è una comune e complessa condizione che può ridurre il confort oculare e le performance visive4.
Nel 2006 un pool di esperti di occhio secco usò il cosiddetto metodo “Delphi” per stabilire le diagnosi e le linee guida nel trattamento dell’occhio secco. Questo approccio venne usato ( con successo ) al fine di standardizzare diagnosi e trattamenti nelle malattie cardiovascolari 5. Vennero abbozzati quattro livelli di gravità del disagio e in aggiunta raccomandazioni per pazienti con problemi al margine palpebrale e nella distribuzione della lacrima. Queste linee guida in origine si concentrarono su segni e sintomi dei pazienti e furono accompagnate dal fatto che il termine “sindrome da disfunzione lacrimale” potesse sostituire il termine “disagio da occhio secco” 6.
Il “Dry Eye Workshop” ( DEWS 2007/2017) non adottò il termine “sindrome da disfunzione lacrimale”, ma ridefinì l’occhio secco come “un disagio multifattoriale delle lacrime e della superficie oculare che si presenta con sintomi come il disconfort, disturbi visivi e instabilità del film lacrimale con un potenziale danneggiamento della superficie oculare, accompagnato da un aumento dell’osmolarità lacrimale e da infiammazione della superficie oculare 7.
Le due principali classi di occhio secco riconosciute dal report del DEWS furono “occhio secco da mancanza d’acqua” e “occhio secco evaporativo”. Nell’occhio secco iperepavorativo si è osservato che il primo valore che si segnala è la tendenza iperosmolare. L’iperosmolarità lacrimale potrebbe essere il risultato dell’aumento di evaporazione o della ridotta secrezione di acqua. L’incremento della concentrazione di proteine ed elettroliti causa una riduzione del volume di lacrima che inizialmente irrita la superficie oculare, ma poi genera infiammazione, e il successivo danneggiamento ( nell’occhio secco evaporativo ) porta alla riduzione dello strato lipidico che incrementa di conseguenza l’evaporazione 8, 9.
La sintomatologia è molto ampia e include secchezza, sabbiosità, rossore, bruciore, fotofobia, affaticamento oculare; la variabilità della sintomatologia riportata può essere semplificata grazie ad una lista di domande che ha l’obiettivo di “differenziare” i diversi soggetti affetti da occhio secco.
I questionari omologati sono disponibili per assicurare una corretta valutazione della sintomatologia. Sono costituiti da una serie di domande e un punteggio numerico viene attribuito ad ogni risposta in accordo con il sintomo manifestato dal paziente. Grazie ad essi il paziente può essere “monitorato” semplicemente comparando i vari punteggi. I più utilizzati sono il McMonnies Dry Eye Index, il Dry Eye Questionnaire (DEQ-5) e il The Ocular Surface Disease Index ( OSDI ) 10,11. Il DEQ-5 e l’OSDI sono i test di screening che utilizza risposte sì/no e considera fattori di rischio epidemiologici, frequenza dei sintomi e sensibilità agli stimoli ambientali 12.
Materiali e metodo
Materiali:
Nel lavoro di ricerca saranno utilizzati i seguenti materiali e/o strumenti,: tearlab. Questionari di indagine sulla sintomatologia dell’occhio secco (DEQ-5 e/o OSDI)
Tearlab: Fabbricato da TearLab Corporation, 12707 High Bluff Drive, Suite 200 San Diego, CA 92130. Tel: 1-858-455-6006. Website: www.tearlab.com. Potrebbero applicarsi uno o più sei seguenti brevetti: USA 7,017,394; 7,051,569; 7,111,502; 7,129,717; 7,204,122. 930036REV A. ©2009 TearLab Corporation. Rivenditore autorizzato per l’Europa: Cavendish Scott Ltd. PO Box 107, SG5 1FW, England.
Per l’analisi statistica si utilizzerà il il pacchetto Microcal Origin della OriginLab versione 8 (che è un pacchetto completo per le analisi statistiche licenziato in versione 8.9724 (copy right 212) sito web www.originlab.co One roundhouse Plaza – Northampton MA 01060 USA (0543-586-2013)
Metodo:
Verranno selezionati due gruppi:
1. portatori di lenti a contatto (solo morbide) che positivi al questionario abbiano manifestato sensazione di occhio secco da almeno 6 mesi. No presenza di patologia oculari e non utilizzatori di farmaci.
2. Non portatori di lenti a contatto, positivi al questionario che abbiano manifestato sensazione di occhio secco da almeno 6 mesi. No presenza di patologia oculare e non utilizzatori di farmaci.
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